Un blasfemo

Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,
più non arrossii nel rubare l’amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l’anima a forza di botte.

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c’e’ il bene e c’è il male.

Quando vide che l’uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.

… mi cercarono l’anima a forza di botte…

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l’ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato.

Fabrizio De Andrè

Resti umani

Sempre più spesso mi imbatto in persone che è difficile ritenere tali.

Facebook si è rivelato uno strumento terribile, ha messo in luce il peggio di noi.

Prima del suo avvento si frequentavano Forum con amministratori, moderatori, regole e membri che vi si attenevano, se un utente trasgrediva era prima avvisato, poi bannato, l’operato dei moderatori veniva messo in discussione di frequente, ma alla fine prevaleva il buonsenso.

Anche FB permette di creare gruppi chiusi con amministratori e moderatori, i più classici dei quali titolano “Sei di Trottafuffa se…” dove chi si iscrive di solito non legge il regolamento e interpreta il richiamo o l’espulsione da parte dell’Admin come un atto di ingiustizia sociale appellandosi alla libertà di opinione. La lettura di notizie ormai si limita solo ai titoli, molto spesso fuorvianti, la lettura di un regolamento non fa eccezione.

Purtroppo stiamo confondendo sempre più la libertà con la maleducazione, la maggior parte delle volte “gratuita”.

Ignoranza? Forse troppo semplice come definizione.

“La tua libertà finisce dove inizia la mia”, ho sentito tante volte questa frase e ci ho creduto, qual’è la sostanza di queste parole?

Il Rispetto, l’Educazione, capire che a volte è meglio una parola non detta che cento ricevute.

Poter vomitare sentenze chiusi tranquillamente a casa propria è molto comodo, gli insulti anche pesanti vengono lanciati senza pensarci troppo, e la frustrazione causata dal “torto” subìto (la divergenza di opinione) porta queste persone a migrare in gruppi molto più vicini al loro pensiero.

A questo punto viene meno il confronto verbale e la distanza tra i diversi sentimenti aumenta in modo esponenziale; l’estremismo prende forme preoccupanti, l’ultimo ventennio di informazione televisiva ce l’ha insegnato talmente bene che non siamo più in grado di esprimere un’opinione senza che scoppi una rissa, chi urla più forte ha ragione da vendere, lo sanno tutti.

Fortunatamente la maggior parte delle persone sono ancora disposte al dialogo civile e pacato, tante volte è un piacere parlare (scrivere) con loro anche se le opinioni divergono e il senso di amicizia, in questo caso di “penna”, ne esce rinforzato.

Il problema è che gli altri, anche se sono di meno, fanno più rumore……

Sono tornato

Dopo quasi 4 anni ritorno a scrivere sul blog, perchè? Perchè forse ormai Facebook fa troppo rumore, il blog mi permette di essere più riflessivo, più intimista, alla fine è il mio diario, pensieri e parole in libertà.
Le ultime vicende legate all’immigrazione clandestina hanno aperto uno scenario di razzismo nel quale non mi riconosco, ho visto immagini di bambini annegati, ho pensato ai miei figli e mi si è stretto il cuore, poi ho letto commenti che auguravano la stessa sorte a tutti quelli imbarcati su queste navi fatiscenti….. e non erano neanche i peggiori.


“Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”

cantava Gaber

io tolgo “per fortuna”

Buona notte

Addio Marco

Con te se ne va una persona semplice, sincera e determinata.

Non capita tutti i giorni di trovare qualcuno che parla “senza filtro”, che le cose non le manda a dire quando si deve togliere un sassolino dalla scarpa.

Oggi in tanti avranno scritto belle parole su di te, io non sono bravo a scrivere, ma sento il bisogno di  salutarti da romagnolo, come ha scritto un mio amico su Facebook:

“At salud burdèl”

marco-simoncelli

Lo Stealth della II guerra mondiale

L'ingegneria aerea nazista alla fine della II guerra mondiale

L'aereo tuttala tedesco

Tratto da Wikipedia. 

Nei primi anni trenta, i fratelli Reimar e Walter Horten si interessarono della configurazione tutt’ala come metodo per migliorare le prestazioni dei loro alianti. Il governo tedesco stava fondando molti club di alianti, perché all’epoca gli era proibita la costruzione di aerei militari dal Trattato di Versailles stipulato dopo la prima guerra mondiale. La configurazione tutt’ala rimuove tutte le superfici “non necessarie” e, almeno in teoria, riduce l’attrito con l’aria al minimo possibile. Quindi una configurazione ad ala volante permette, a parità di prestazioni, di costruire degli alianti con ali più corte e quindi più robuste, senza l’attrito causato dalla fusoliera.

Nel 1943, il Reichmaresciallo Hermann Göring promosse la cosiddetta richiesta 1000/1000/1000 per produrre un bombardiere che fosse in grado di trasportare un carico di 1.000 kg a una distanza di 1.000 km e a una velocità di 1.000 km/h. I bombardieri tedeschi convenzionali potevano raggiungere i centri di comando alleati in Gran Bretagna, ma stavano accusando disastrose perdite da parte dei caccia alleati. All’epoca semplicemente non si conosceva alcun modo per raggiungere questi obiettivi: il nuovissimo motore a reazione Junkers Jumo 004B poteva fornire la velocità necessaria, ma era troppo assetato di carburante.

Gli Horten erano convinti che il loro progetto di ala volante a basso attrito potesse soddisfare gli obiettivi richiesti. Allora proposero al governo il loro progetto personale (e gelosamente custodito): l’Ho IX, come punto di partenza per il bombardiere. Il ministro dell’aria del governo (Reichsluftfahrtministerium) approvò la proposta degli Horten, ma ordinò l’aggiunta di due cannoni da 30 mm, perché riteneva che l’aereo avrebbe potuto essere utile anche come caccia, vista la sua velocità di punta stimata, che era molto più elevata di qualsiasi altro aereo alleato.

Il primo Ho IX V1, che era un aliante senza motore, volò il 1º settembre 1944. A questo seguì nel dicembre 1944 l’Ho IX V2, che era spinto da uno Junkers Jumo 004 (il progetto originale prevedeva l’impiego del più potente BMW 003, ma al momento questo propulsore era praticamente irreperibile). Göring credeva nel progetto e ordinò una serie di 40 aerei di produzione alla Gotha con la designazione Ho 229 delRLM (ministero dell’aria tedesco) prima ancora che avesse volato il prototipo motorizzato. Il programma non fu fermato nemmeno il 18 febbraio 1945, quando l’unico Ho IX V2 precipitò a terra a causa dell’esplosione di un motore dopo soltanto due ore di volo. Infatti, venne fatto un ordine per altri prototipi e 20 aerei di pre-produzione. Il 12 marzo 1945, l’Ho 229 venne incluso nel Programma Jägernot per una produzione accelerata di armi meravigliose a basso costo. Durante gli ultimi atti della guerra, l’esercito statunitense diede il via all’Operazione Paperclip, che era uno sforzo da parte delle varie agenzie di Intelligence per impossessarsi delle ricerche tedesche su armi avanzate, ed impedire che cadessero in mano alle truppe sovietiche. Un veleggiatore Horten e l’Ho 229 V3, che era quasi completamente assemblato, vennero protetti e inviati alla Northrop Corporation negli Stati Uniti perché fossero sottoposti a dei test. Fu scelta la Northrop a causa della sua esperienza con le ali volanti, dato che Jack Northrop, ispirato dai filmati d’anteguerra dei veleggiatori Horten, aveva iniziato a costruire aerei tutt’ala a partire dalNorthrop N-1M del 1939.

Descrizione tecnica

L’Ho 229 era di costruzione mista, con il pod centrale in tubi d’acciaio saldati assieme e le superfici alari principalmente in legno. Le ali erano fatte con due sottili pannelli in compensato incollati con una mistura di segatura e polvere di carbone. Se queste scelte furono fatte per migliorare la caratteristica stealth (cioè l’invisibilità ai radar), la protezione al fuoco nemico, o semplicemente perché alla fine della guerra la Germania aveva carenza di metalli e gli Horten avevano necessità di rinforzare il compensato per il volo tran-sonico, è ancora motivo di accesi (e spesso poco affidabili) dibattiti. Il controllo del velivolo era affidato agli elevoni e agli spoiler. L’aereo utilizzava un carrello di atterraggio triciclo retrattile, e aveva un paracadute per rallentare in fase di atterraggio. Il pilota sedeva su un primitivo sedile eiettabile.

Nel corso del tempo diversi veivoli aventi linea simile sono stati sviluppati dalla Northrop come il Northrop YB-35, il Northrop YB-49 e ilNorthrop-Grumman B-2 Spirit.

 

 

Altre informazioni sono disponibili a questo indirizzo:

http://germansecretweaponsnazi.devhub.com/blog/archive-201002/